venerdì 15 ottobre 2010

Tra storie e sogni

30 SECONDI DI CLANDESTINITÀ
di Matteo Ponti

La strada mi pare relativamente silenziosa, anche se mi trovo in una zona semi centrale di Mitoro. Sembra una sorta d’isola destinata all’eternità. Ironicamente la via si trova proprio nel quartiere Isola a due passi dal fiume. Aspetto Violetta che è un poco in ritardo. Mi accompagna per soddisfare la sua curiosità di incontrare il famoso, desideratissimo, astro guida dell’architettura moderna, direttore responsabile della rivista “Vantage.it”, tale Adriana Ganado.

Nei periodi di pioggia tutto è in ritardo, tutto si rallenta. Le persone, gli oggetti, persino le forze infinitesimali devono farsi strada nell’atmosfera umida che impasta i movimenti. Gli effetti si estendono nel tempo che precede le prime gocce e in quelli immediatamente successivi alle ultime. Fra la mia attesa e la persistente umidità cammino con un passo ogni due secondi e mi guardo in giro di continuo. Fa fresco, ora non piove più e il cielo è a brandelli; nuvoloni bianchi e neri e porzioni di azzurro. La luce del sole va e viene nella tregua della pioggia. Passa uno in skate, passano ciondolando e chiacchierando allegramente, in una lingua che non conosco, due cuochi orientali con casse di frutti di mare. Passa una donna. Mi ricorda Kanitda che ci ospitò nel suo Chateau de l’oie in Tailandia, l’estate passata. Ha il suo stesso sguardo indaffarato in cose non da tutti, non per tutti. Anche lei veste abiti semplici, matrice jeans, che celano mirabilmente il suo alto lignaggio. Passa qualche bici veloce, passa qualche auto alla ricerca di un poco probabile posteggio. Auto in doppia fila, una sola corsia libera per il transito. Passa anche un grosso autobus, di quelli autoarticolati. Non capisco nemmeno come faccia a transitare. Non passa invece il tempo.

“Sebastiano, io arrivo alle 12.25 in Via Val di Ledro al 12, giusto? Ci vediamo lì sotto, ok?”

“Sì va bene, non puoi cinque minuti prima? Sai l’appuntamento è alle 12:30 precise e vorrei essere puntuale.”

“No non posso prima … non agitarti dai, vedrai che arrivo giusta … o forse un minutino in ritardo, non so.”

Le parole e i ritmi, fra me e Violetta, al telefono, questa mattina. A lei piaceva farmi incazzare sulla questione della puntualità. Pazienza, se non può arrivare prima, vuol dire che non può. Mi dico non t’incazzare lei ti provoca, ti stuzzica, gioca un pochino, arriverà in orario. Oggi sono sereno e non mi arrabbio.

Adriana Ganado, invece, mi ha chiamato un paio di giorni fa. “Ho sentito del suo progetto e mi pare molto interessante, direi da proporre a puntate sulle nostre pagine nella sezione Dossier, comunque ne parleremo meglio di persona nel mio studio, che dice?” mai potevo aspettarmi di avere un ascolto. [...]


Matteo Ponti




1 commento:

  1. la luce arriva prima delle parole poi le parole rieccheggiano il mondo dei pensieri e dei sogni e l'intuito può aiutarti a trovare il senso della vita
    Ciao da Filippo

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