LA BONTÀ INSENSATA
di Gabriele Nissim
Nei momenti più bui della storia dell’umanità – dall’olocausto al totalitarismo sovietico, fino alle dittature più recenti – ci sono uomini che hanno avuto il coraggio di assumersi una responsabilità personale nei confronti del male e che si sono prodigati in atti di salvataggio e di bontà estrema, senza illudersi
di deviare il corso della Storia. Qual è la molla che ha spinto tali uomini a una bontà apparentemente insensata? Secondo Hannah Arendt è la salvaguardia della propria autostima e dignità, mentre Vasilij Grossman ritiene che sia un antidoto nei confronti del presunto bene ideologico. Gabriele Nissim ci racconta la storia di questi individui, persone comuni che hanno compiuto azioni esemplari, rintracciate grazie al lavoro di personaggi come Moshe Bejski, presidente della Commissione dei giusti, e insieme offre una riflessione sul bene e sulla bontà di fronte al male estremo, attraverso i contributi dei grandi pensatori del Novecento che hanno affrontato questo tema. I giusti, ci dice Nissim, non hanno battuto il male, sono stati comunque sconfitti, ma la loro testimonianza può essere di insegnamento e di esempio per il presente.
L’AUTORE Gabriele Nissim, saggista, ha fondato nel 1982 “L’ottavo giorno”, rivista italiana sul tema del dissenso nei Paesi dell’Est. Per le reti di Canale 5 e della Svizzera italiana ha realizzato documentari sui problemi del postcomunismo. Ha pubblicato Ebrei invisibili (1995), L’uomo che fermò Hitler (1998), Il tribunale del bene (2003), Una bambina contro Stalin (2007).
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