“È stato come se cinque grossi camion, pur partiti in tempi diversi, fossero alla fine tutti insieme venuti a passare su di uno stesso ponte, già per suo conto pericolante: la «democrazia del deficit», origine, a partire dagli anni Settanta, del terzo debito pubblico del mondo, la nostra maledizione nazionale; la decostruzione-privatizzazione dello Stato, con la creazione a fianco dello Stato di uno «Stato parallelo» ancora più grande, costoso e paralizzante; il folle cumulo del decentramento amministrativo e del federalismo costituzionale; la forzatura sui tempi e sui modi dell’ingresso dell’Italia nell’euro; infine la globalizzazione. Nell’agosto-novembre 2011, mossa da enormi interessi esteri, una «quinta colonna» ha infine minato il pilone portante di quello stesso ponte. Al suo posto, invece di un voto che fosse espressione della volontà popolare, è stato messo come «podestà forestiero» un governo tecnico che ha fatto salire il debito pubblico e fatto scendere il prodotto interno lordo. Un esperimento totalmente fallimentare: nel dopoguerra non c’erano i soldi, ma c’era la vita. Oggi in Italia è l’opposto: non si compra, non si assume, non si investe. Una volta, a fianco dei costi c’erano anche i ricavi, oggi ci sono solo i costi. Una volta si falliva per i debiti, oggi si fallisce anche per i crediti, perché il denaro, fatto per circolare, per difficoltà oggettive o per paure soggettive non circola. I consumi scendono, ma le bollette e le tariffe salgono. Se due anni fa quello dello spread finanziario è stato un falso creato ad arte, lo spread sociale e il deficit di futuro che ne sono derivati sono invece veri. In queste pagine si formulano molte proposte concrete, come per esempio il «rimpatrio» del debito pubblico, libera impresa in libero Stato, una fiscalità avveniristica nella sua semplicità. Ma tutto ciò potrà realizzarsi solo se il Paese saprà riappropriarsi della sua sovranità nazionale, eleggendo un governo che sia espressione di una vasta maggioranza popolare e perciò abbastanza forte da compiere, senza avventurismi e senza traumi, i passi necessari per ridare ai cittadini fiducia nel presente e speranza nel futuro.” Giulio Tremonti
L’AUTORE Giulio Tremonti è professore universitario e Senatore della Repubblica. Ha avuto incarichi pubblici in Italia e all’estero. Ha scritto libri di diritto, economia e politica e articoli sui principali giornali europei; ha tenuto e tiene conferenze nelle principali università del mondo, inclusa la Scuola centrale del Partito Comunista cinese. Da Mondadori ha pubblicato: Il fantasma della povertà (1995), Rischi fatali (2005) e La paura e la speranza (2008).
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