mercoledì 2 aprile 2014

Il paragone per Silvio Berlusconi, quello più efficace è forse con Al Capone…

INDAGINE SUL VENTENNIO
di Enrico Deaglio
ebook euro: 9,99
“Indagine sul Ventennio”: Deaglio svela il pasticciaccio brutto di Silvio Berlusconi
Romano Prodi, Roberto Saviano, Adriano Sofri: sono solo alcuni degli intervistati che aiutano il giornalista a indagare su “un delitto”: l’Italia degli anni del Cavaliere. L’ex premier: “Non pensavo che la società civile fosse così debole”. Così siamo diventati il Paese “con una corruzione altissima e i salari peggiori d’Europa”
Non c’è stato un piazzale Loreto come alla fine di quell’altro ventennio. E nemmeno una rivolta dei suoi scherani come profetizzato da Nanni Moretti nel finale del Caimano. Se proprio si vuole trovare un paragone per Silvio Berlusconi, quello più efficace è forse con Al Capone: entrambi battuti per frode fiscale. Il gangster finì i suoi giorni in gattabuia, il nostro è stato per ora espulso dal Senato e a giorni saprà se dovrà scontare la sua condanna ai domiciliari o ai servizi sociali.
di Valeria Gandus www.ilfattoquotidiano.it
“Stiamo parlando di un delitto, o perlomeno di un pasticciaccio brutto. Questa è l’impostazione dell’Indagine. Se invece altri pensano che il Ventennio sia stato buono, che abbia portato freschezza, novità e liberalismo, devo avvertirli che questo libro non fa per loro.”
Se avevo avuto una percezione abbastanza chiara del probabile successo di Berlusconi, non ne avevo però immaginato una durata così lunga.” Parola di Romano Prodi, nell’intervista inedita contenuta in questo libro. E invece Berlusconi è durato (almeno) per un ventennio. Abbastanza per una vita intera, abbastanza per cambiare un paese, abbastanza per non ricordare più bene come eravamo prima. Cos’è stata l’Italia degli ultimi vent’anni? Un regime parafascista? Un paese della cuccagna che si è svegliato rovinosamente? Un grande reality show, dove ha vinto chi la sparava più grossa? Una finta repubblica, dove il potere vero era in mano a cricche e mafie (se non alla mafia vera e propria)? Tutte domande legittime, che è il momento di porsi e che, forse, possono persino trovare qualche risposta, ancorché provvisoria. Enrico Deaglio, che è stato uno dei migliori giornalisti italiani lungo tutto il Ventennio, segue l’evoluzione degli scenari politici, tratteggia le storie personali degli eroi e dei miracolati, racconta i retroscena di cui all’epoca non sapevamo nulla, presta attenzione alle nuove parole che hanno popolato il chiacchiericcio quotidiano, affronta senza paura le zone più controverse e male illuminate del Ventennio: dalle ragioni e gli antefatti della discesa in campo alla mirabolante apoteosi della “gnocca”, dal sottovalutato razzismo leghista all’incomprensibile subalternità della sinistra, fino a un rapporto riservatissimo inviato dalla Dia alla vigilia delle elezioni del 1994. A fare da sfondo alla sua ricostruzione, numerose interviste, esclusive e inedite, a protagonisti e osservatori d’eccezione.
L’AUTORE Enrico Deaglio, nato a Torino nel 1947, giornalista, conduttore televisivo e scrittore, ha diretto i quotidiani “Lotta Continua” e “Reporter”, e il settimanale “Diario della settimana”. Tra le sue opere ricordiamo: Cinque storie quasi vere (Sellerio, 1989), La banalità del bene (Feltrinelli, 1991), Il figlio della professoressa Colomba (Sellerio, 1992), Raccolto rosso. La mafia, l’Italia (Feltrinelli, 1993), Besame mucho (Feltrinelli, 1995), Bella ciao (Feltrinelli, 1996), Patria. 1978-2008 (il Saggiatore, 2009), Il raccolto rosso 1982-2010. Cronaca di una guerra di mafia e delle sue tristissime conseguenze (il Saggiatore, 2010), il romanzo Zita (il Saggiatore, 2011), Il vile agguato (Feltrinelli, 2012), La felicità in America (Feltrinelli, 2013), Indagine sul ventennio (Feltrinelli, 2014).

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