lunedì 15 dicembre 2025

L’ultima dinastia.

L’ultima dinastia.
di Jennifer Clark
Solferino libri

«Cosa fa di una famiglia una dinastia? Il caso, l’abilità, la spregiudicatezza? Di certo, alla base della straordinaria storia degli Agnelli ci sono l’audacia e il fiuto di un imprenditore…»

Cosa fa di una famiglia una dinastia? Il caso, l’abilità, la spregiudicatezza? Di certo, alla base della straordinaria storia degli Agnelli ci sono l’audacia e il fiuto di un imprenditore, Giovanni, che nel 1899 si unisce a una cordata di nobili torinesi per fondare la Fiat, fabbrica di automobili a cui legherà le fortune di tutti i suoi discendenti. Ma non di sole fortune è fatta questa vicenda. Ci sono due guerre mondiali, i delicati rapporti con il regime fascista, la riconversione della produzione per le commesse militari, la fuga in Svizzera di una parte della famiglia, le complesse trattative con tutte le forze in campo per preservare la fabbrica dai bombardamenti e dalle distruzioni della Seconda guerra mondiale, l’altalena di boom e di crisi dell’Italia moderna, le intricate vicende proprietarie. E ci sono gli alterni destini individuali: solidi matrimoni dinastici e amori scandalosi, morti tragiche e premature di figli ed eredi, ribellioni e scontri di potere, l’esistenza sotto i riflettori del jet-set internazionale e quella al riparo delle ville e dei giardini. Scorrono in queste pagine le vite e le scelte di Gianni, Edoardo, John; e di Clara, Virginia, Marella, Margherita. Perché anche le donne Agnelli, spesso rimaste nell’ombra, hanno saputo forgiare il proprio destino e incidere sulla storia collettiva. Attingendo ai documenti, a nuovi archivi, a interviste esclusive, Jennifer Clark racconta la grande saga della famiglia Agnelli unendo l’accuratezza della ricostruzione storica a uno sguardo narrativo curioso e partecipe. E conduce i lettori fino ai giorni nostri, agli attuali eredi e alla domanda sul futuro: «l’ultima dinastia» sarà ancora in grado di giocare un ruolo nella storia d’Italia?

Jennifer Clark, giornalista, ha lavorato come corrispondente in Italia per le principali agenzie e quotidiani americani, da «Bloomberg», a «Reuters», a «The Wall Street Journal», scrive per diversi magazine e collabora con grandi aziende. È autrice di Mondo Agnelli. Fiat, Chrysler and the Power of a Dynasty (Wiley, 2011).

venerdì 12 dicembre 2025

Cesare

Cesare
di Alberto Angela
Mondadori libri

«Immaginate di partire assieme a Giulio Cesare e alle sue legioni.È il 58 a.C.la Gallia è una terra lontana, abitata da popolazioni bellicose, che hanno già inflitto dolorose sconfitte ai Romani. Giulio Cesare vuole conquistarla, per sé e per Roma, e per farlo è disposto a…»

Immaginate di partire assieme a Giulio Cesare e alle sue legioni. È il 58 a.C., la Gallia è una terra lontana, abitata da popolazioni bellicose, mai dome, che hanno già inflitto dolorose sconfitte ai Romani. Ma è anche una terra ricca e prospera. Giulio Cesare vuole conquistarla, per sé e per Roma, e per farlo è disposto ad affrontare ogni avversità: estenuanti marce nella neve e battaglie sanguinose, intrighi di palazzo e tradimenti, ponti da costruire e flotte da creare da zero, foreste che si dicono stregate e santuari con scheletri decapitati. Sarà un viaggio avventuroso e pieno di scoperte, che Cesare guiderà con il coraggio e la curiosità di Ulisse. Ma sarà anche un viaggio interiore, a fianco di un uomo implacabile e geniale, carismatico e instancabile, eppure non privo di dubbi e paure recondite. Un condottiero con i suoi lati oscuri e violenti, ma anche un fine pensatore e un grande scrittore, che ama con passione, tradisce ed è tradito, che è fidanzato, marito, padre, amante, vedovo, eterosessuale, bisessuale… E sullo sfondo del racconto, a completare il vasto affresco di quell’epoca cruciale per il destino di Roma e dell’Europa, ecco comparire Cicerone e Catullo, Cleopatra e Marco Antonio, Crasso e Pompeo, Calpurnia, la dolce moglie di Cesare, e Giulia, la sua amata figlia.Alberto Angela torna in libreria con un’opera unica e grandiosa, che prende spunto dal De bello Gallico per trascinarci in un’avventura senza pari. Le pagine si susseguono con il ritmo e le atmosfere dei film e delle serie tv più avvincenti, e al tempo stesso arricchiscono il lettore di scoperte, curiosità e riflessioni sul mondo romano. Le ricostruzioni dei volti, delle scene di battaglia e di vita quotidiana, realizzate grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, consentono inoltre di rivedere, come fossero attuali, fotogrammi di vita andati perduti. Tutto concorre a farci immergere nella Storia come raramente un libro era riuscito prima, permettendoci di sentirla così vicina e così viva.

Alberto Angela è paleontologo, naturalista, divulgatore scientifico e scrittore. Dopo aver completato studi avanzati a Harvard, alla Columbia University e alla UCLA, ha trascorso oltre dieci anni conducendo scavi e ricerche sulle origini dellʼuomo in Italia, Africa e Asia. Riconosciuto come uno dei massimi esperti nella divulgazione scientifica e storica, è autore e conduttore di numerosi programmi di successo trasmessi dalla RAI. Giornalista professionista, ha collaborato con prestigiosi quotidiani e riviste ed è autore di molti libri su storia, arte e scienza, tradotti in tutto il mondo.


giovedì 11 dicembre 2025

Eurosuicidio. Come l’Unione Europea ha soffocato l’Italia e come possiamo salvarci

Eurosuicidio
Come l’Unione Europea ha soffocato l’Italia e come possiamo salvarci
di Gabriele Guzzi
Fazi editore

«“L’Europa non è in crisi: è la crisi”. Così potrebbe riassumersi la tesi di questo libro. Eurosuicidio è una diagnosi lucida e impietosa del fallimento strutturale dell’Unione Europea…»

“L’Europa non è in crisi: è la crisi”. Così potrebbe riassumersi la tesi di questo libro. Eurosuicidio è una diagnosi lucida e impietosa del fallimento strutturale dell’Unione Europea per come è stata concepita e realizzata. Gabriele Guzzi, economista e filosofo tra i più brillanti della nuova generazione, mostra con chiarezza come l’attuale marginalità economica e geopolitica dell’Italia – e sempre più dell’intero continente – non sia un esito accidentale, ma la conseguenza logica delle scelte fondative di questa integrazione europea. L’Unione Europea non è stata la salvezza promessa: è diventata il principale artefice del nostro declino, privando l’Italia di strumenti indispensabili non solo per sostenere la propria economia, condannandola a decenni di stagnazione, ma anche per assicurare l’efficace funzionamento del proprio sistema democratico. Le idee che guidano l’attuale costruzione europea – a partire proprio dalla moneta unica – rappresentano così le cause più profonde del suicidio che il continente sta oggi mettendo in atto in tutti i principali ambiti politici, industriali e geopolitici, dalla guerra in Ucraina alla guerra commerciale con gli Stati Uniti. Con una scrittura brillante e uno sguardo insieme economico, politico e culturale, il libro affronta senza infingimenti la grande mistificazione del discorso europeista: l’idea che l’UE sia stata un fattore di pace, progresso e modernizzazione. Al contrario, l’autore ne ricostruisce la natura ideologica e dogmatica, fino a proporre una vera e propria teologia politica dell’euro come surrogato spirituale di una classe dirigente priva di visione. Ma Eurosuicidio non si ferma alla diagnosi e lancia una sfida politica e culturale, avanzando una proposta concreta e visionaria su come superare l’attuale costruzione europea. Perché solo se sapremo riconoscere gli errori del passato, disfacendo con coraggio ciò che non funziona, sarà possibile immaginare un domani migliore per l’Italia e una nuova cooperazione tra Stati fondata su giustizia, democrazia e pace.

Gabriele Guzzi Economista e filosofo, nato nel 1993, ha lavorato come consulente economico a Palazzo Chigi e presso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Laureato con lode in Economia politica alla Luiss e alla Bocconi, è dottore di ricerca all’Università Roma Tre ed è professore a contratto in Economia dell’integrazione europea e Storia economica all’Università di Cassino. È stato borsista di ricerca presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino, ha lavorato per lavoce.info, fondato Rethinking Economics Bocconi ed è presidente del movimento culturale giovanile l’Indispensabile. Collabora con «il Fatto Quotidiano», «Limes», «La Fionda» e Rai Radio. Ha pubblicato diversi articoli in riviste e volumi, e la raccolta poetica Un volto da un vuoto (Pequod, 2023), vincitrice del premio Flaiano Poesia under 30 e del premio di poesia Laurentum – SIAE per i giovani talenti.

mercoledì 10 dicembre 2025

Mettetevi comodi

Mettetevi comodi
di Renzo Arbore con Andrea Scarpa
Rcs Fuoriscena

«Ha visto gli ufo. Ha vissuto come Robinson Crusoe per due settimane. È stato rapito, è stato sospettato di essere coinvolto in un omicidio, si è rifiutato di vestire i panni di Pio XII in una serie tv internazionale…»

«Ha visto gli ufo. Ha vissuto come Robinson Crusoe per due settimane. Ha consultato a lungo un mago. È stato rapito, è stato sospettato di essere coinvolto in un omicidio, si è rifiutato di vestire i panni di Pio XII in una serie tv internazionale…» Mettetevi comodi è il racconto sul filo della memoria di una vita straordinaria. Renzo Arbore compone per la prima volta in queste pagine il suo personalissimo autoritratto, in un lungo viaggio scandito dalle domande di Andrea Scarpa, che incrocia pubblico e privato, tra avventure e sogni, viaggi e incontri, amicizie e amori. Con tanti episodi mai raccontati prima. Un’immersione nel mondo di un artista unico, che negli anni ha saputo rivoluzionare la radio e la tv come nessun altro. Che ha scoperto e lanciato più di cento talenti, da Roberto Benigni a Lucio Battisti, Nino Frassica… Che ha conosciuto e frequentato quasi tutti i protagonisti della cultura italiana e dello spettacolo degli ultimi sessant’anni, da Luciano De Crescenzo a Federico Fellini, Gigi Proietti, Monica Vitti, Vittorio Gassman, Paolo Villaggio… E poi il cinema, con due film di culto come Il Pap’occhio e “FF.SS.” Cioè, “… che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?”, e la straordinaria impresa musicale dell’Orchestra Italiana, viaggio nella grande tradizione della canzone napoletana che per trent’anni l’ha portato a tenere la cifra record di milleseicento concerti in giro per il mondo. Una vita quasi non gli basta, ripercorrerla lasciandosi incantare dalle tante storie irresistibili diventa anche un modo per raccontare l’Italia e come è cambiata.

Renzo Arbore è uno dei grandi protagonisti della cultura italiana. In più di sessant’anni di carriera artistica ha segnato la storia del nostro Paese molto più di quanto si possa pensare. Grazie alle sue straordinarie, appassionate e a volte anche spericolate imprese nel mondo della radio, della tv e della musica (e del cinema), dal 1964 a oggi ha inciso in profondità il nostro modo di essere italiani. Sempre con ironia, arguzia e gentilezza.



martedì 9 dicembre 2025

Una domenica senza fine

Una domenica senza fine
di Paolo Maggioni
SEM - Società Editrice Milanese

«Milano, domenica 29 aprile 1945. Mentre i cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e di alcuni gerarchi vengono esposti in piazzale Loreto, un gruppo di anarchici guidati dallo spagnolo Agustino Barajas detto “Carnera” attraversa...»

Milano, domenica 29 aprile 1945. Mentre i cadaveri di Benito Mussolini, Claretta Petacci e di alcuni gerarchi vengono esposti in piazzale Loreto, un gruppo di anarchici guidati dallo spagnolo Agustino Barajas detto “Carnera” attraversa la città in direzione opposta. Nelle ore in cui l’Italia festeggia la caduta del fascismo, Carnera ha qualcosa da fare. Cresciuto nella Barcellona rebelde dei primi anni venti, vuole rovesciare il regime del generalissimo Francisco Franco che opprime il suo paese. Le armi, però, non fanno per lui. Idealista, cultore di un’eleganza impeccabile, tra i migliori falsari d’Europa, Carnera intende approfittare di una Milano in preda alla frenesia, alle rappresaglie e ai regolamenti di conti per compiere un’azione impensabile. Solo la più pura fantasia sovversiva può concepire un progetto tanto temerario, i cui effetti avranno ricadute sconvolgenti a mille chilometri di distanza: nella Madrid nera della dittatura falangista. Non esiste nessun dopoguerra e il conflitto di ieri lascia già il posto a nuove battaglie. La storia di Carnera si intreccia a quelle del giornalista Daniele Colpani, un tempo speaker della fascistissima Radio Marte, e di Marta Ripoldi, vedova, tranviera e staffetta partigiana. Nel tempo sospeso di questa domenica senza fine, tutti e tre cercano di dare un senso al dolore patito e di trovare una speranza a cui aggrapparsi per il futuro. Così, i destini dei singoli si sfiorano, si intrecciano e si confondono nel compiersi della Storia. Ispirandosi alla vita vera dell’anarchico Laureano Cerrada Santos, Paolo Maggioni racconta di un piano inaudito in stile La casa di carta, esplora le mille vie di un sogno chiamato rivoluzione, distilla l’odio insopprimibile che ha diviso l’Italia repubblicana fino a oggi.

Paolo Maggioni è milanese e interista. Giornalista alla Rai, è inviato di Rai News 24 e Forrest (Rai - Radio 1). Ha lavorato come conduttore e autore di Caterpillar (Rai - Radio 2) e Radio Popolare. Ha un mito, Beppe Viola, ed insegna al Master di Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano.



venerdì 5 dicembre 2025

Gli zar della Casa Bianca

di Antonio Di Bella
Solferino editore

«Stravagante, imprevedibile, un unicum. Così è stata definita la presidenza Trump. Ma, per quanto non manchino gli aspetti nuovi. Guardando al passato degli Stati Uniti si trovano non pochi precedenti illuminanti.»

Stravagante, imprevedibile, un unicum. Così è stata definita la presidenza Trump. Ma, per quanto non manchino gli aspetti nuovi, come la confluenza di interessi personali e pubblici o il profilo da influencer navigato, il nuovo corso del tycoon non è del tutto inedito. Guardando al passato degli Stati Uniti si trovano non pochi precedenti illuminanti, paralleli e consonanze sottili che aiutano a comprendere e contestualizzare le scelte dell’attuale «zar della Casa Bianca». Lo spiega Antonio Di Bella in queste pagine, mettendo a confronto le azioni del presidente in carica con alcuni dei suoi predecessori evidenziando, di volta in volta, analogie e differenze, copioni noti e innovazioni strategiche. E soffermandosi sulle novità culturali e politiche del movimento Maga, che ha conquistato una fetta importante della società americana, andando ben al di là della dottrina dell’«uomo solo al comando». Si comprende così come dietro al populismo di The Donald si possa ritrovare la dottrina di Andrew Jackson e alla base del suo fiero protezionismo ci siano le idee di William McKinley. Ma anche come lo spirito anti-élite ricalchi una postura già assunta da Richard Nixon, che un certo stile esuberante sia stato tipico di Theodore Roosevelt e che l’imperialismo abbia tratti in comune con il modello di Franklin Delano Roosevelt. Anche l’esercizio dei poteri di guerra ha molti precedenti, da Jackson a Truman. Mentre l’Internal Security Act, passato alla storia come Maccartismo, risuona come un monito sinistro quando sembrano esser messi in discussione alcuni diritti e libertà fondamentali. Un viaggio affascinante tra passato e presente che aiuta a leggere l’America di oggi e il suo nuovo ruolo nell’equilibrio mondiale. Per capire come la battaglia per difendere, o limitare, la democrazia sia una lunga storia di successi e di sconfitte. E come Trump non sia che l’ultimo, più recente capitolo.

Antonio Di Bella è uno dei più noti volti del giornalismo Rai. È stato corrispondente dagli Stati Uniti, in precedenza per otto anni a capo del Tg3, direttore di Rai 3, corrispondente da Parigi e dal 2016 al 2020 direttore di Rai News 24. Nel 2022 è stato nominato direttore del genere approfondimento.È autore di Je suis Paris (2015) e L’assedio (2021). Con Solferino ha pubblicato L’impero in bilico (2024). È attualmente conduttore su tv2000 del programma settimanale Di Bella sul 28.

giovedì 4 dicembre 2025

Niente scuse. La violenza di genere riguarda anche te Dire basta non basta. Prevenire la violenza di genere è possibile, fermarla è un dovere, farlo insieme è necessario.

Niente scuse
La violenza di genere riguarda anche te
Dire basta non basta. Prevenire la violenza di genere è possibile, fermarla è un dovere, farlo insieme è necessario.
di Rossella Ghigi
Il Mulino edizioni

«"Io non lo farei mai." "A me non può succedere." Quante volte lo abbiamo sentito dire a proposito della violenza di genere? Eppure, solo in Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa, spesso da un uomo con cui aveva o aveva avuto una relazione intima...»

«Io non lo farei mai.» «A me non può succedere.» Quante volte lo abbiamo sentito dire a proposito della violenza di genere? Eppure, solo in Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa, spesso da un uomo con cui aveva o aveva avuto una relazione intima. E ogni giorno ci sono migliaia di donne che subiscono abusi fisici, sessuali, psicologici dal partner. Potremmo pensare che tutto questo non ci riguardi, al più chiederci perché lei non lo lasci, o sentenziare che lui è semplicemente «un mostro». Ma chiamarci fuori dal problema è un’illusione. Le parole che usiamo, le diverse attese che abbiamo nei confronti degli uomini e delle donne, il nostro modo di narrare – e persino cantare – l’amore, tutto alimenta il terreno in cui può fiorire la violenza. Famiglie, scuola, politiche, leggi, media, istituzioni possono fare tanto: in altri paesi l’hanno già fatto. A partire da testimonianze di donne che hanno subìto violenza, di chi ha assistito e di chi cerca di reagire, questo libro spiega perché la violenza di genere non è un fatto privato, ma un problema di tutti. E tutti possiamo essere parte della soluzione.

Rossella Ghigi insegna Sociologia della famiglia e delle differenze di genere nell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato «Per piacere. Storia culturale della chirurgia estetica» (2008), «Corpo, genere e società» (con R. Sassatelli, 2018), «Fare la differenza. Educazione di genere dalla prima infanzia all’età adulta» (2023, II ed.).




mercoledì 3 dicembre 2025

L'altro ispettore. Vietato pensare

L'altro ispettore
Vietato pensare
di Pasquale Sgrò
Corbaccio editore

«Domenico Dodaro si trova catapultato in un’indagine che, nel confine vischioso tra lecito e consentito, svela le crepe di un sistema lavorativo spietato. Per fortuna, a scalfire un impenetrabile muro di omertà e reticenze, troverà...»

Domenico Dodaro, ispettore del lavoro trentottenne, dopo la morte della moglie torna a Lucca, la città dove è cresciuto. A Lucca c’è sua madre che può prendersi cura di Mimì, la figlia adolescente, c’è la sorella Lucrezia e c’è Alessandro, l’amico di famiglia paraplegico in seguito a un incidente in cantiere dove il padre di Domenico aveva perso la vita molti anni prima. Ma Domenico non fa in tempo ad ambientarsi, a riprendere contatto con i vecchi amici e a ritrovare i luoghi della sua infanzia, che l’agognata tranquillità viene scossa da un tragico evento: la morte di Karina Bogdani, giovane operaia tessile e ballerina piena di sogni, stritolata dall’orditoio di una nota industria della zo
na. Tra scatoloni ancora da aprire, nuovi colleghi e memorie dolorose risvegliate dal ritorno in città, Domenico si trova catapultato in un’indagine che, nel confine vischioso tra lecito e consentito, svela le crepe di un sistema lavorativo spietato. Per fortuna, a scalfire un impenetrabile muro di omertà e reticenze, troverà, inaspettato, il sostegno della PM Raffaella Pacini, compagna di classe e di avventure politiche al liceo, con la quale condivide, oltre alla sete di verità e giustizia, tanti ricordi del passato e una bella amicizia da recuperare.

Pasquale Sgrò  è nato a Motta San Giovanni (RC), ma da anni vive e lavora a Lucca. È stato Ispettore del Lavoro e, dal 2000, è titolare dello Studio Sgro, che si occupa di consulenza nel campo della prevenzione infortuni, igiene del lavoro e aspetti ambientali.


martedì 2 dicembre 2025

Una montagna di soldi. Sprechi, incompiute e affari: lo scandalo delle Olimpiadi invernali

 Una montagna di soldi
Sprechi, incompiute e affari: lo scandalo delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026
di Giuseppe Pietrobelli
PaperFirst edizioni

«Un viaggio nella retorica nostalgica dello Spirito Italiano, negli sprechi, gli affari e gli scandali di Milano Cortina 2026, le quarte Olimpiadi italiane. È stato detto che sono “a costo zero”, mentre il contribuente pagherà 5 miliardi di euro...»

Un viaggio nella retorica nostalgica dello Spirito Italiano, negli sprechi, gli affari e gli scandali di Milano Cortina 2026, le quarte Olimpiadi italiane. È stato detto che sono “a costo zero”, mentre il contribuente pagherà 5 miliardi di euro per impianti sportivi, strade e ferrovie. È stato detto che saranno i Giochi meno costosi, mentre si spenderanno due miliardi solo per organizzarli, con un bilancio in rosso già ripianato grazie a mezzo miliardo di aiuti pubblici. È stato detto che saranno le Olimpiadi “più sostenibili di sempre”, perché diffuse sul territorio e con la quasi totalità delle opere pronte. Bugie, come dimostrano la nuova pista da bob di Cortina, le incompiute per tre miliardi di euro e la colata di cemento che si abbatterà sulle Alpi e le Dolomiti tutelate dall’Unesco, a servizio della monocultura del turismo invernale. Il libro ricostruisce una ragnatela di società, poltrone e centri di potere occupati dai signori del “circo bianco”. Ma anche le inchieste milanesi che hanno messo nel mirino Fondazione Milano Cortina, tra appalti pilotati e super-stipendi, diktat dei grandi sponsor e progetti di grattacieli, assunzioni di raccomandati e guerre di potere. Al punto da provocare l’intervento del governo Meloni, incurante dello scontro con i magistrati, pur di blindare i segreti di una società che è privata solo a parole. È l’assalto alla diligenza degli amministratori locali, il festival dell’incoerenza di ministri e politici, la solita corsa italiana contro il tempo com’è avvenuto ai tempi dell’Expo 2015. Stavolta per dare la scalata a una montagna di soldi.

Giuseppe Pietrobelli, per oltre vent'anni, come inviato speciale de Il Gazzettino, si è occupato di politica, costume e cronaca, raccontando fatti e misfatti del Nordest, e non solo. La seconda vita giornalistica lo ha portato a scrivere per Il Fatto Quotidiano. Ha pubblicato Gli anni delle toghe (con Antonio Franchini, Marsilio Editore 2009) e Navi di amianto (con Lino Lava, Oltre Edizioni, 2017).

lunedì 1 dicembre 2025

Se piove, rimandiamo. La mia vita

Se piove, rimandiamo
di Nicola Pietrangeli, Paolo Rossi
Sperling&Kupfer libri

«La vita di Nicola Pietrangeli non è solo quella di un campione straordinario, ma è la sceneggiatura di un kolossal in cui avventure, esotismo, bel mondo, passioni e polemiche si alternano a match del tennis internazionale ai più alti livelli...»

La vita di Nicola Pietrangeli non è solo quella di un campione straordinario, ma è la sceneggiatura di un kolossal in cui avventure, esotismo, bel mondo, passioni e polemiche si alternano a match del tennis internazionale ai più alti livelli. Nasce a Tunisi l'11 settembre 1933 da papà italiano e mamma russa. Nel 1946 l'arrivo in Italia e la passione per il calcio a cui, pur ottimo giocatore, rinuncia per il tennis. La sua carriera ancora oggi lo consacra il tennista italiano più vincente di sempre. Ma Pietrangeli è stato ed è un personaggio dai mille volti: tombeur de femmes, attore per diletto, frequentatore del jet set, amico di vip e star del cinema, da sempre a suo agio a Montecarlo. Quante vite ha vissuto? Di sicuro ha goduto intensamente ogni giorno, senza mai rinunciare a essere se stesso: polemico, ironico, ribelle. Leggendo la sua storia si invidia la leggerezza con cui ha attraversato trionfi e scivolate, l'incoscienza con cui nel bene e nel male ha perso e ha vinto nella vita. La sua verità spiazza, scandalizza, diverte. Il suo motto davanti a qualunque evento, mai abbastanza irrinunciabile, incarna il tennis stesso: se piove, rimandiamo. Uno spirito libero che è sempre riuscito a restare padrone del suo tempo, e a non farselo mai dettare da nessun altro.

Nicola Pietrangeli (Tunisi 1933), strappato al calcio (l'altra sua grande passione), è il tennista italiano dei record: unico a vincere quattro Slam e a disputare sette finali. Così come ha trionfato agli Internazionali di Roma per due volte. È il tennista con il maggior numero di partite giocate in Coppa Davis, 164 match, e che ha stabilito il primato mondiale con 120 vittorie. Ha disputato due finali e ha poi vinto da capitano nel 1976. Nel 1959 e 1960 è stato numero tre del mondo. Il solo italiano, insieme al giornalista Gianni Clerici, a essere stato introdotto nella International Tennis Hall of Fame. Fuori dal campo è noto per essere amico dei vip: Marcello Mastroianni, Virna Lisi, Sean Connery, Charlton Heston, Renato Rascel. Il Principato di Monaco è la sua seconda casa: le partite a golf con il principe Ranieri, l'amicizia con il figlio Alberto, gli eventi internazionali. È stato sposato con Susanna Artero, mamma dei suoi tre figli: Marco, Filippo e Giorgio. Vive a Roma.

Paolo Rossi Autore

venerdì 28 novembre 2025

Ogni parola che sapevo

Ogni parola che sapevo
di Andrea Vianello
Mondadori libri

«Mia moglie arriva trafelata. Mi sembra un gigante sopra di me, un gigante buono che mi aiuterà, io sono inciampato in un buco nero del bosco ma lei mi tirerà fuori da lì. Ha gli occhi sgranati. ‘Che succede? Che succede?’ mi chiede...»

“Mia moglie arriva trafelata. Mi sembra un gigante sopra di me, un gigante buono che mi aiuterà, io sono inciampato in un buco nero del bosco ma lei mi tirerà fuori da lì. Ha gli occhi sgranati. ‘Che succede? Che succede?’ mi chiede. La mia risposta è chiara: ‘Megpdeiigrhiaa!’ le dico concitato, ‘mrlaiofoourhdka uhfe giumhu’. Non si capisce niente, lei non capisce niente, nemmeno io capisco niente, parlo una lingua nuova, eppure lo so cosa voglio dire, ma un demone si è intrufolato nella mia bocca. ‘Ceritturgra, mathra, titdiiiadotaio.’ Sono infuriato con me, sono infuriato con lei perché non capisce. ‘Stai calmo’ la sento dire, ma sono alle prese con questa follia, non riesco a dire una parola, maledizione, una vera parola, mi sento imprigionato, imbavagliato, sperduto, nel buco nero del bosco non ci sono parole, le mie amatissime parole, solo versi infantili, muggiti incomprensibili, rantoli disperati.” La vicenda che Andrea Vianello si è deciso a raccontare è la storia di un ictus, del suo ictus. Nel caso specifico si è trattato di un’ischemia cerebrale che ha colpito il lato sinistro del cervello, causata da una dissecazione della carotide.Una brillante operazione d’urgenza, nonostante una gravissima complicazione sul tavolo operatorio, è riuscita a tenerlo nel mondo dei vivi, ma nulla ha potuto rispetto al danno che si era già propagato: di colpo le sue parole erano perdute. O meglio: nella sua testa si stagliavano chiare e nette come sempre, ma all’atto pratico uscivano in una confusione totale, fonemi a caso, ingarbugliate e incomprensibili. Una prospettiva terribile per chiunque, ma ancora di più per lui, che delle parole ha fatto un’identità e un mestiere, quello di giornalista televisivo.Ogni parola che sapevo è un viaggio in un inferno molto diffuso, l’ictus e i suoi danni, che a volte presenta un percorso terapeutico e riabilitativo che non esclude il ritorno. Questo libro racconta e dimostra che le parole che Vianello sapeva sono state in qualche modo tutte recuperate. Ma l’aspetto interessante, che fa della sua testimonianza una storia da leggere, è che a quelle che già sapeva Vianello ne ha aggiunte di nuove. Le parole che raccontano il calvario personale di chi scopre la sua vulnerabilità fisica, quelle che descrivono la brutta sensazione di ritrovarsi esposto in poche ore dai riflettori di un studio tv ai meandri inestricabili della sanità pubblica. Quelle che bisogna trovare per continuare a combattere ogni giorno, tutti i giorni, contro gli strascichi dell’evento subito, anche quando è stato superato. Ma pure quelle degli affetti, a volte sopite o date per scontate, e che invece possono riempire un intero vocabolario. Un libro completo, emozionante, a volte ironico, ma sempre pieno di speranza, che racconta il quotidiano ma inevitabile coraggio di chi si trova d’improvviso ad affrontare una lunga e spesso solitaria traversata del deserto. E che nonostante tutto riesce, forse, a recuperare la sua parte migliore.

Andrea Vianello, giornalista e scrittore, è stato inviato di cronaca, conduttore radio e tv, direttore di Rai 3 e direttore di Rai News 24, direttore di Rai Radio 1 e dei Giornali Radio della Rai. 

giovedì 27 novembre 2025

Una foresta di scimmie

Una foresta di scimmie
di Andrea Pennacchi
Marsilio Editori

«Will un ebreo non l’ha mai visto, in Inghilterra sono spauracchi per bambini, avvelenatori di pozzi cristiani, ma quando si è trovato a conoscere Shylock e Tubal del Ghetto di Venezia, li ha trovati umani in tutto e per tutto, persino simpatici, almeno uno di loro. Certo...»

Will un ebreo non l’ha mai visto, in Inghilterra sono spauracchi per bambini, avvelenatori di pozzi cristiani, nasi mostruosi e barboni rossi, ma quando si è trovato a conoscere Shylock e Tubal del Ghetto di Venezia, li ha trovati umani in tutto e per tutto, persino simpatici, almeno uno di loro. Certo, il fatto che abbiano iniziato a blaterare di «una libbra di carne» poco prima che Antonio giacesse a terra privo del cuore non aiuta molto a fargli cambiare idea. Se fino a oggi ci siamo domandati da dove nascesse la storia di Shylock, del prestito a Bassanio, del pagamento della libbra di carne richiesta ad Antonio – in caso di mancata restituzione –, se insomma, com’è ovvio e lecito da secoli, non sapevamo come, dove e quando Shakespeare abbia scritto Il mercante di Venezia, be’, oggi possiamo conoscere tutto, perché Andrea Pennacchi ci porta con Will e la sua banda di compari, come aveva già fatto con Giulietta e Romeo in "Se la rosa non avesse il suo nome", alle radici della letteratura, della fantasia e del thriller di William Shakespeare. Perché Pennacchi non racconta solo con la testa, ma con tutto il corpo: proprio come il Bardo, è drammaturgo e attore.

Andrea Pennacchi (Padova, 1969) è attore, drammaturgo, regista teatrale e scrittore. Oltre a Se la rosa non avesse il suo nome, il suo primo giallo, ha all’attivo diversi libri, tutti pubblicati da People.

mercoledì 26 novembre 2025

Io voglio, tu non vuoi...

Io voglio, tu non vuoi...
Manuale di educazione non violenta
Pisa University Press

«Se io non voglio, tu non puoi. Se tu non vuoi, io non posso. Anche se sono il tuo capo, anche se non mi hai detto no, anche se ci divertiamo insieme, anche se non stai urlando, anche se mi hai detto che ti piaccio...»

Il testo completo è: "Se io non voglio, tu non puoi. Se tu non vuoi, io non posso. Anche se sono il tuo capo, anche se non mi hai detto no, anche se ci divertiamo insieme, anche se non stai urlando, anche se mi hai detto che ti piaccio, anche se stai in silenzio, anche se ci sentiamo spesso, anche se mi piace, anche se amiamo le stesse cose, anche se non mi stai fermando, anche se siamo stati insieme tanti anni, anche se prima era sì, anche se mi hai detto 'ti amo', anche se mi hai sorriso, anche se mi hai invitato a salire, anche se questa sera sei vestita così sexy, anche se sei ubriaca, anche se stiamo insieme da sempre, anche se facciamo tutto insieme, se tu non vuoi, io non posso." 

Se io non voglio, tu non puoi La nuova campagna della Fondazione “Una Nessuna Centomila”, Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle Donne. L’appuntamento con la manifestazione, indetta da Non Una di Meno.

martedì 25 novembre 2025

La fregatura di avere un'anima

La fregatura di avere un'anima
di Giacomo Poretti
Baldini & Castoldi

«Giannino è un uomo che da sempre si fa tante domande. È convinto, Giannino, di non essere facilmente destinato a diventare un padre e un marito, perché è un uomo non tanto alto, ha problemi col sole e pure col mare, e la felicità per uno come lui non sembra una cosa affatto semplice. Eppure...»

Giannino è un uomo che da sempre si fa tante domande. Se le fa sul mondo attorno, se le fa su di sé e sul suo futuro. È convinto, Giannino, di non essere facilmente destinato a diventare un padre e un marito, perché è un uomo non tanto alto, ha problemi col sole e pure col mare, e la felicità per uno come lui non sembra una cosa affatto semplice. Eppure, quando Giannino incontra Rita, il futuro per loro si schiude come un fiore e si ritrovano di lì a qualche anno ad assistere alla nascita del loro bambino, Luca. Luca sembra un bambino bello e sano, dotato di tutto, ogni organo è al suo posto: gambe, manine, occhi, naso, bocca. Sembra, insomma, che i due genitori abbiano compiuto il loro dovere e che non manchi proprio nulla. Ma quando un sacerdote arriva a visitare il nuovo arrivato, complimentandosi con i genitori, dice loro: «Bene, ora che avete fatto un corpo, vi tocca fare un'anima.» I due si guardano sbigottiti, Giannino è confuso. «Non avevamo fatto già tutto? E soprattutto, cos'è e come si fa un'anima?» Da questa immensa domanda nasce il romanzo surreale, poetico e divertente di Giacomo Poretti, che si inoltra nel terreno spinoso della più misteriosa delle faccende. Ad assistere Giannino nella sua ricerca, le divagazioni ironiche e le riflessioni più strampalate sul reale, indagando millenni di civiltà e vita spirituale, di biologia e dimensione trascendentale, alla ricerca del più ineffabile tra gli organi che compongono l'essere umano.

Giacomo Poretti (Busto Garolfo, 1956) è attore, sceneggiatore e tifoso dell’Inter. Nel 1991 avviene l’incontro con Aldo e Giovanni. Le celebri partecipazioni in vari programmi televisivi rendono noto il trio al grande pubblico. Si dedicano poi con straordinario successo al teatro e al cinema. È autore di Alto come un vaso di gerani (2012), Al paradiso è meglio credere (2015), Turno di notte (2021), Un allegro sconcerto (2023). Insieme ad Aldo e Giovanni scrive Tre uomini e una vita. La nostra (vera) storia raccontata per la prima volta (2016). Ha scritto e interpretato il monologo Fare un’anima, Chiedimi se sono di turno, e, con Daniela Cristofori, gli spettacoli Litigar danzando, Funeral Home e Condominio Mon amour. Con Luca Doninelli e Gabriele Allevi dirige il Teatro Oscar e il Teatro degli Angeli di Milano. Nel 2022 inaugura il PoretCast di Giacomo Poretti, un podcast girato sempre al Teatro Oscar di Milano.

lunedì 24 novembre 2025

Oltre la linea

Oltre la linea
di Paolo Pardini
Edizioni del Faro

«Un romanzo avvincente e poetico che intreccia storia e introspezione, guerra e riconciliazione, realtà e mistero. Perché, a volte, per capire chi siamo davvero, dobbiamo ascoltare le voci di chi è venuto prima di noi...»

Francesco, giornalista segnato da una grave malattia, decide di affrontare un viaggio sulle montagne del Trentino, in un’Italia ancora scossa dalla pandemia del 2020. Vuole ricostruire l’identità di un soldato caduto durante la Prima guerra mondiale, di cui ha scoperto per caso una vecchia foto tra i ricordi di famiglia. Ma ciò che inizia come una ricerca storica si trasforma presto in un viaggio di iniziazione, dove il confine tra passato e presente si fa sempre più sottile. Tra lettere ritrovate, trincee dimenticate e paesaggi avvolti dal silenzio e dalla neve, Francesco si confronta con coincidenze inspiegabili e un senso di inquietante familiarità. C’è qualcosa, o qualcuno, che lo sta guidando verso una verità rimasta sepolta per oltre un secolo? In questo viaggio in costante dialogo con un amico medico, Francesco riflette sul senso della memoria, della guerra e della propria esistenza in un mondo segnato dalla malattia e dall’incertezza. Un romanzo avvincente e poetico che intreccia storia e introspezione, guerra e riconciliazione, realtà e mistero. Perché, a volte, per capire chi siamo davvero, dobbiamo ascoltare le voci di chi è venuto prima di noi.

Paolo Pardini  ha lavorato per trent’anni come giornalista e inviato per tutte le principali testate della Rai. È stato conduttore del Tg3 e di numerosi programmi televisivi, fino a ricoprire il ruolo di responsabile dei Tg3 regionali Rai a Trento, Firenze e Milano. Ha insegnato per quindici anni giornalismo all’Università Cattolica di Milano, ha vinto alcuni premi giornalistici, come il “Guido Vergani” a Milano ed è stato autore di saggi su questa professione. Appassionato di alpinismo, ha anche pubblicato una serie di racconti dedicati alle montagne. 


venerdì 21 novembre 2025

Il prezzo della pace

Il prezzo della pace
di Paolo Mieli
Rizzoli libri

«Si fa presto a dire pace. Quando finisce una guerra, restano irrisolti innumerevoli problemi. Anche quando è ben chiaro il confine che divide i vincitori dagli sconfitti, a chi sarà assegnato l’alloro per aver combattuto dalla parte del bene...»

«Si fa presto a dire pace. Quando finisce una guerra, restano irrisolti innumerevoli problemi generati di norma da dettagli trascurati per ragioni di necessità. An
che quando è ben chiaro il confine che divide i vincitori dagli sconfitti, a chi sarà assegnato l’alloro per aver combattuto dalla parte del bene e chi sarà invece dannato come un’incarnazione del male.» Niente di più attuale, verrebbe da dire. Ed è per questo che Paolo Mieli si impegna a tracciare in queste pagine un percorso che dalla storia antica alla più recente inquadra i meccanismi (spesso imperscrutabili, subdoli, addirittura violenti) della pacificazione post- conflitto. Nella convinzione, come scrive l’autore, che quando si tratta di «fare la pace» «un buon ripasso, ancorché per sua natura disomogeneo, può esserci più utile delle improvvisazioni. Delle pur auspicabili sospensioni dei combattimenti. Destinate a reggere per un tempo breve, e a covare nuovi conflitti». Così dalla Grecia antica al Medio Oriente, dall’Italia post-bellica all’Unione Sovietica, Mieli ci offre una panoramica avveduta e selezionata sui casi più emblematici di «paci che non lo erano», di conflitti mai sopiti, di rivisitazioni storiche (o di storture, a volte) delle figure dei vinti e dei vincitori. Sempre nel solco del magistero di Renzo De Felice, cui è dedicato il saggio conclusivo, che, scrive Mieli, «mi ha insegnato a diffidare delle “verità rivelate”, a mettere in discussione la versione ufficiale degli accadimenti passati. Versione utile a far tornare i conti, a corroborare i giudizi sul presente».

Paolo Mieli giornalista e storico, negli anni Settanta allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo, è stato giornalista a "L'Espresso", poi a "la Repubblica" e a "La Stampa", di cui è stato anche direttore. Dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009 ha diretto il "Corriere della Sera". Tra i suoi libri per Rizzoli, Le storie, la storia (1999), Storia e politica (2001), La goccia cinese (2002), I conti con la storia (2013), L'arma della memoria (2015) e Il caos italiano. Alle origini del nostro dissesto (2017).


giovedì 20 novembre 2025

Loredana Bertè 50 volte Bellissima

Loredana Bertè 50 volte Bellissima
di Loredana Bertè
Rizzoli libri

«Ho sempre detto che la mia vita è il risultato di ciò che ho visto e vissuto. Per i miei cinquant’anni di carriera ho voluto regalarmi un album di ricordi, perché alla fine io sono anche ciò che è stato scattato e che resterà per sempre...»

“Ho sempre detto che la mia vita è il risultato di ciò che ho visto e vissuto. Per i miei cinquant’anni di carriera ho voluto regalarmi un album di ricordi, perché alla fine io sono anche ciò che è stato scattato e che resterà per sempre. La fotografia, come l’arte in generale, ha questo potere magico di fermare il tempo e renderlo eterno.“ Libera, Ribelle, Iconica, Tenace, Fragile, Femminista, Rockstar, Irripetibile: cinquanta anni di grinta e carisma sul palco e nella vita attraverso le fotografie più belle di grandi fotografi italiani e internazionali di un’artista che è stata ed è ancora una vera rivoluzionaria. La carriera di Loredana Bertè è iniziata nel 1974 e da subito si è rivelata all’attenzione del pubblico con Sei bellissima, il suo secondo 45 giri, che quest’anno compie 50 anni. Da allora ha collezionato successi dopo successi, fino al recente Premio della Critica Mia Martini al Festival di Sanremo per Pazza. Attraverso le immagini, alcune delle quali mai viste prima, incontriamo un’artista unica e libera, che non ha mai cantato nulla che non la rappresentasse fino in fondo e che ancora oggi è la donna simbolo della nostra rivoluzione nel costume e nella discografia: Loredana ha lanciato le mode anticipandole prima di molte star internazionali, ha creato da sola molti dei suoi look e, nonostante le prove della vita, ha continuato a guardare il mondo con curiosità e candore, tenacia e umorismo, impegnandosi a fondo contro tutti i pregiudizi e dalla parte della libertà delle idee e delle persone.

Loredana Bertè è nata a Bagnara Calabra nel 1950. Interprete e cantautrice tra le più amate e più controverse, ha avuto una carriera costellata di moltissimi successi e collaborazioni con i maggiori artisti italiani e internazionali. Il suo ultimo lavoro discografico, per celebrare i quarant'anni di carriera, è un'antologia dei suoi successi reinterpretati in duetto con altre artiste italiane. Il suo sito è www.loredanaberte.it

mercoledì 19 novembre 2025

Sfida allo Zar

Sfida allo Zar
di Bill Browder
Chiarelettere editore

«Finalmente in Italia la traduzione di Freezing order, il bestseller di Bill Browder: la storia vera dell’uomo che ha smascherato gli affari illegali di Vladimir Putin. Un caso editoriale internazionale, già al primo posto delle classifiche USA e UK, diritti di traduzione venduti in 18 paesi....»

Da quando il suo avvocato russo Sergej Magnitskij è morto in una prigione moscovita in circostanze poco chiare, il finanziere Bill Browder vive per rendergli giustizia e smascherarne gli assassini. Sa bene che l’unica colpa del suo giovane legale è stata quella di aver portato alla luce una maxi frode fiscale da 230 milioni di dollari. Chi si cela dietro quei soldi?Browder e il suo team si mettono sulle tracce dei colpevoli e non credono ai loro occhi quando scoprono che, fatto passare attraverso conti esteri nei Paesi Baltici e Cipro, in Europa occidentale e America, quello e altro denaro, frutto di truffe e corruzione di Stato, serve ad alimentare le mire di onnipotenza di Putin e l’avidità dei suoi oligarchi.L’ordine di congelamento finanziario emanato dalla giustizia internazionale scatena l’ira dello “zar”, che pur di difendere il proprio sistema di potere e ricchezza è pronto a tutto: si accanisce contro il finanziere, gli sguinzaglia contro l’Interpol in una vera e propria caccia all’uomo, ne avvelena gli alleati russi e assolda e ricatta avvocati e politici statunitensi per vendicarsi e porre fine all’offensiva intrapresa da Browder ai suoi danni.Suspense e indignazione dettano il ritmo di questa vicenda vera ma incredibile. La storia di un ricco uomo di finanza riscopertosi eroico attivista in nome della giustizia.

Bill Browder, fondatore e ceo di Hermitage Capital Management, uno dei principali fondi di investimento stranieri nella Russia post-sovietica, nel 2005 fu bandito dal paese e dichiarato “una minaccia per la sicurezza nazionale” per aver denunciato una rete di corruzione che coinvolgeva anche esponenti del Cremlino. Nel 2008 il suo avvocato Sergej Magnitskij scoprì una maxi frode fiscale da 230 milioni di dollari commessa da funzionari dello Stato. Dopo aver testimoniato a loro sfavore, fu arrestato, detenuto per quasi un anno senza subire regolare processo e sottoposto a ripetute torture fino alla sua morte, sopraggiunta il 16 novembre 2009. Da allora Browder non ha mai cessato di invocare giustizia fuori dalla Russia e ha avviato una campagna mondiale per imporre sanzioni mirate come il divieto di visto e il congelamento dei beni ai soggetti coinvolti nella violazione dei diritti umani e ai funzionari corrotti. Gli Stati Uniti sono stati i primi a adottarle con l’entrata in vigore del Sergei Magnitsky Accountability Act, nel 2012, e del Global Magnitsky Human Rights Accountability Act nel 2016. In seguito anche Canada, Regno Unito, Unione europea, Australia, Norvegia, Montenegro e Kosovo hanno approvato le proprie versioni del Magnitsky Act. Attualmente Browder si sta battendo affinché provvedimenti simili siano attuati anche in altri paesi, tra cui Nuova Zelanda e Giappone.

martedì 18 novembre 2025

La palestra dei desideri

La palestra dei desideri
di Barbara Fiorio
Mondadori libri

«Alice è fatta di storie. Si nutre di storie. Le storie sono le sue insegnanti migliori. Nel nostro mondo, le persone non riescono più a esprimere desideri d’oro (quelli veri, del cuore) e si accontentano di desideri di latta (conformisti e materiali)...»

Alice è fatta di storie. Si nutre di storie. Le storie sono le sue insegnanti migliori. Finché vive di storie va tutto bene. Il problema è la vita fuori dai libri, ogni giorno più complicata: la prof di lettere l’ha presa di mira, i genitori separati le affidano troppo spesso la sorellina Zoe, il suo migliore amico non capisce che per lei non è solo un amico, e il ragazzo più popolare della classe un po’ la corteggia e un po’ no, mandandola in confusione. Ma questo è niente in confronto a quello che la attende quando incontra il Genio (sì, proprio quello della lampada), che si è intrufolato nel suo liceo travestito da psicologo scolastico per affidarle un compito. Di là, nel mondo delle storie che Alice tanto ama, gli Avveratori di desideri sono in difficoltà, perché di qua, nel nostro mondo, le persone non riescono più a esprimere desideri d’oro (quelli veri, del cuore) e si accontentano di desideri di latta (conformisti e materiali). Starà a lei aiutare gli Avveratori a creare una Palestra dei desideri, un luogo dove le persone re-imparano un po’ alla volta a sognare. Perché il potere delle storie ci allena a pensare in grande e a tirare fuori la parte più bella e sconosciuta di noi. E per Alice è tempo di scoprire che anche la vita fuori dai libri può essere una grande avventura.

Barbara Fiorio è nata a Genova nel 1968. È docente di comunicazione e da anni si dedica all’insegnamento in laboratori di scrittura (tra cui il Gruppo di Supporto Scrittori Pigri, GSSP, da lei fondato). Ha pubblicato diversi romanzi: C’era una svolta (2009; Morellini, 2019), Chanel non fa scarpette di cristallo (Castelvecchi, 2011), Buona fortuna (Mondadori, 2013), Qualcosa di vero e Vittoria (Feltrinelli, 2015 e 2018). La banda degli Dei è il suo primo romanzo per ragazzi, vincitore del Premio selezione Bancarellino 2022.

lunedì 17 novembre 2025

Rinnamorarsi

Rinnamorarsi
di Pupi Avati
Solferino libri

«Mi sono rinnamorato di mia moglie a ottantasei anni, ed è qualcosa che ha a che fare con l’ineffabile. O con la demenza senile. Non c’è dubbio, la vecchiaia è la stagione più crudele della vita...»

«Mi sono rinnamorato di mia moglie a ottantasei anni, ed è qualcosa che ha a che fare con l’ineffabile. O con la demenza senile.» Non c’è dubbio, la vecchiaia è la stagione più crudele della vita: il corpo ti tradisce, i ricordi ti tormentano, ogni giorno diventa un tiro di dadi con il Fato. Ma è proprio in questo tramonto che si ritorna all’essenza, delle cose e di sé, e tutto appare più prezioso. Così, può capitare di rinnamorarsi, magari della stessa donna che hai incontrato e scelto più di mezzo secolo fa sotto un portico di Bologna. E può succedere di provare tenerezza per il cinema, che vive una stagione così difficile e che meriterebbe nuove passioni. Di certo si ritrovano volti e voci ormai sfumati nel tempo, le ragazze che illuminavano le feste dell’adolescenza, un antico corteggiamento a suon di balli lenti e singolari regali, le anziane parenti che ti portavano a baciare i morti: tutto ciò che si credeva perduto torna, e lo scopriamo vivo, come vivi ancora siamo noi. Sul filo dei suoi giorni, in cui ricordi e affetti, successi e fallimenti coesistono in un eterno presente, Avati indaga i sentimenti alla base dell’esistenza umana, la saggezza che sta nel coltivarli e la difficoltà di conservarli di fronte alle minacce del mondo contemporaneo. Un racconto poetico e ironico, attraversato da una misteriosa e solida energia, che ha al cuore la dichiarazione d’amore verso una donna ma si allarga a includere la vita e l’arte tutte intere.

Pupi Avati, sceneggiatore e produttore, è uno dei maestri riconosciuti del cinema italiano. Autore di numerosi romanzi di successo, con Solferino ha pubblicato L’archivio del diavolo (2020), L’alta fantasia (2021) e L’orto americano (2023).