venerdì 3 dicembre 2010

150'anni di storia visti con gli occhi delle italiane

LE ITALIANE

di Annamaria Barbato Ricci

E’ uscito a metà ottobre “Le Italiane – dal Risorgimento ai nostri giorni, centocinquanta anni di storia nazionale raccontati attraverso le biografie delle protagoniste della politica, della cultura, della scienza, dell’economia e dello sport”, (Castelvecchi), antologia biografica delle “donne che hanno fatto l’Italia”: i vari profili sono stati scritti da importanti giornaliste, scrittrici, donne delle Istituzioni, su idea di Annamaria Barbato Ricci. Le Autrici hanno deciso di devolvere a “Telefono Rosa” i loro diritti. Il libro nasce dal desiderio di riequilibrare l’attenzione, catalizzata per le celebrazione del 150.mo anniversario dell’Italia unita, sulla componente femminile del Paese, in particolare le donne che si sono distinte per la loro eccellenza.

Sandra Artom - Cristina di Belgiojoso; Laura de Luca - Madre Francesca Cabrini; Brunella Schisa - la Contessa Lara; Matilde Serao - Donatella Trotta; Antonella Cilento - Teresa Filangieri Ravaschieri Fieschi; Grazia Deledda - Antonella Appiano; Danila Comastri Montanari - Maria Montessori; Maria Rita Parsi - Luisa Spagnoli; a cura di Telefono Rosa le 21 Costituenti; Tina Anselmi - Anna Vinci; Laura delli Colli - le attrici degli anni ’50 e ’60; Simonetta Matone - Palma Bucarelli; Marta Ajò - Nilde Iotti; Evelina Christillin - Rita Levi Montalcini; Stefania Quaglio - Sara Simeoni; Annamaria Barbato Ricci - Fiorella Kostoris.

L'AUTRICE Annamaria Barbato Ricci, da 25 anni impegnata a Roma sul versante degli uffici stampa e dei rapporti istituzionali, esordisce ne “Le Italiane” come curatrice di opere collettive a livello nazionale, dopo un’esperienza locale, avendo seguito la realizzazione di “Radici Nocerine”, tre volumi dove personaggi celebri della città campana si confrontavano con argomenti di storia, architettura, economia e società del luogo.

“La mia personale etica – afferma l’ideatrice, Annamaria Barbato Ricci - mi avrebbe impedito di lucrare sull’opera. Concepii, dunque, di cederne i diritti ad un’Associazione che desse un aiuto concreto alle donne in difficoltà e fu per questo che contattai la Presidente di Telefono Rosa. Con una mia amica esperta in storia delle donne ci recammo ad un incontro con la dirigenza e fu… fumata bianca; anzi, rosa. Ognuna di queste protagoniste, per un verso, è stata anticonformista e “irregolare” rispetto ai canoni che imponeva la società in cui si trovava a vivere. Ciò appare più marcato nel caso delle protagoniste più “antiche”; in tutte c’è una forza, un sacro fuoco di autorealizzazione, un desiderio di non lasciar inaridire i propri talenti che colpisce e motiva.

Sarebbe bello – conclude l’ideatrice - se le giovani generazioni metabolizzassero il messaggio che viene da queste splendide figure femminili: le ragazze imparerebbero che esistono ideali ben più alti di quelli contrabbandati dall’attuale società dell’immagine; i ragazzi che occorre coltivare un imprinting di amicizia e dialogo fra i sessi, piuttosto che di prevaricazione.”

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