Ogni italiano, comunque la pensi su Berlusconi – indomabile campione del liberalismo, volgare delinquente, geniale manipolatore, vittima della magistratura –, ha percepito la sua caduta (al di là dei possibili sviluppi futuri) come la fine di un’epoca. Le ultime vicende del Cavaliere hanno monopolizzato l’attenzione non solo per i colpi di scena quotidiani, ma perché la «solita commedia all’italiana» ha assunto un valore catartico per il Paese, nella celebrazione della fine di un ventennio che ci ha cambiato profondamente.
In questo «diario della caduta» Francesco Bei racconta i giorni dalla sentenza della Cassazione del 1° agosto 2013 per il processo Mediaset, con la condanna definitiva di Berlusconi, fino alla scelta dell’affidamento ai servizi sociali a metà ottobre e alla conferma dei due anni di interdizione dai pubblici uffici da parte della Corte d’Appello di Milano. Una cronaca dettagliata e incalzante che alterna epica, tragedia e spezzoni di comicità assoluta: le lacrime di Berlusconi e il gesto dell’ombrello di Pannella, l’ammutinamento di Alfano sulla sfiducia al governo Letta e Dudù che ringhia a Capezzone. Uno strumento per accompagnare la riflessione, che rimarrà a lungo necessaria, sul Paese che siamo stati e sui cambiamenti che non possiamo più rimandare.
In questo «diario della caduta» Francesco Bei racconta i giorni dalla sentenza della Cassazione del 1° agosto 2013 per il processo Mediaset, con la condanna definitiva di Berlusconi, fino alla scelta dell’affidamento ai servizi sociali a metà ottobre e alla conferma dei due anni di interdizione dai pubblici uffici da parte della Corte d’Appello di Milano. Una cronaca dettagliata e incalzante che alterna epica, tragedia e spezzoni di comicità assoluta: le lacrime di Berlusconi e il gesto dell’ombrello di Pannella, l’ammutinamento di Alfano sulla sfiducia al governo Letta e Dudù che ringhia a Capezzone. Uno strumento per accompagnare la riflessione, che rimarrà a lungo necessaria, sul Paese che siamo stati e sui cambiamenti che non possiamo più rimandare.
“Una caduta senza rumore, non la grande quercia che si schianta al suolo. Piuttosto un dirigibile che si sgonfia un tanto alla volta, una mongolfiera che perde quota e si affloscia a terra pian pianino. Ma comunqe cade.”
L’AUTORE Francesco Bei, nato a Roma nel 1970, ha lavorato per periodici, tv, radio, quotidiani e agenzie di stampa. Dal 2005 è tra i più autorevoli notisti politici di la Repubblica.
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