lunedì 18 maggio 2015

QUANTO SONO LONTANI I TEMPI IN CUI A NESSUNO VENIVA IN MENTE DI METTERE IN DUBBIO UNA NOTIZIA PUBBLICATA DA UNA TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA O ANCORA MEGLIO DALLA TESTATA DI UN TELEGIORNALE. ERA UN LUOGO COMUNE, "È SCRITTO SUL CORRIERE", O "L'HA DETTO IL TELEGIORNALE" ERA QUESTO SINONIMO DI VERITÀ INCONTESTABILE. OGGI CON L'AFFOLLARSI DEGLI STRILLATORI, CIOÈ COLORO CHE PER MESTIERE STUDIANO "LO STRILLO" IL TITOLONE CHE APRE LA PRIMA PAGINA DI UN GIORNALE, QUESTO ESERCIZIO HA MUTATO IL SUO SIGNIFICATO. OGGI LO STRILLATORE È DIVENTATO MENO GIORNALISTA E PIÙ UOMO DI MARKETING. LO STRILLO VIENE USATO PER INCENTIVARE IL LETTORE AD ACQUISTARE IL GIORNALE CON TUTTO QUELLO CHE CONTIENE. ARTICOLI DI SECONDA E TERZA PAGINA, PUBBLICITÀ E VIA DISCORRENDO. PARTE CONSISTENTE DI QUESTO RAGIONAMENTO È DATO DAL NUMERO DI COPIE O DI LETTORI CHE UNA TESTATA O UN TELEGIORNALE RAGGIUNGONO, IN BASE A QUESTO VIENE CALCOLATO IL VALORE DEL TABELLARE PUBBLICITARIO. QUINDI, L'EQUAZIONE DIVENTA PIÙ CLIENTI PIÙ PUBBLICITÀ. IN TUTTO QUESTO IL PESO DELLA NOTIZIA PASSA SPESSO IN SECONDO O TERZO PIANO. ANCHE IN QUESTO CAMPO ESISTE UN MERCATO DELLE VACCHE, SI INGAGGIA IL DIRETTORE IN BASE ALLE VENDITE, IL QUALE DIRETTORE SI PORTA LA SUA SQUADRA DI PERSONE SELEZIONATE, INGAGGIANDO A SUA VOLTA LO STRILLATORE PIÙ BRAVO IL NOTISTA POLITICO PIÙ ACCATTIVANTE QUELLO CHE SCRIVE IL PEZZO DI COLORE PIÙ INTERESSANTE. TUTTO QUESTO SEMPRE CON L'OCCHIO PUNTATO ALLE VENDITE. IN TUTTO QUESTO LA NOTIZIA O LA VERITÀ NON HANNO QUASI SIGNIFICATO. TU PUOI PORTARE TUTTE LE NOTIZIE O LE VERITÀ CHE INCONTRI, MA SE NON VENDI VAI A CASA. IN DEFINITIVA, L'EDITORE SPINGE IL DIRETTORE A FARE UN PRODOTTO, PARCHÈ OGGI ANCHE LE NOTIZIE SONO UN PRODOTTO, IL DIRETTORE SPINGE I SUOI REDATTORI A COSTRUIRE ARTICOLI CHE TIRANO E I REDATTORI A LORO VOLTA SPINGONO I LORO GIORNALISTI A COSTRUIRE IL PRODOTTO CHE VENDA. E LE NOTIZIE? LE NOTIZIE QUELLE BUONE CHE VENDONO ARRIVANO SE VA BENE UN PAIO DI VOLTE AL MESE, ED IO DEVO SCRIVERE TUTTI I GIORNI. QUINDI SE LA NOTIZIA NON C'È LA COSTRUISCO, COME UN PRODOTTO... massimo.demuro@iltrovalibri.it

NOTIZIE CHE NON LO ERANO
di Luca Sofri
Rizzoli Editore
ebook euro: 9,99
PERCHÉ CERTE STORIE SONO TROPPO BELLE PER ESSERE VERE
Se il nostro Paese fosse proprio come ce lo raccontano i giornali, l’Italia sarebbe un posto molto più strano di quanto già non si creda. Infatti, stando a quello che negli ultimi anni hanno affermato le più rinomate fonti di informazione, gli italiani dovrebbero essere un popolo composto da una marea di analfabeti (sei milioni), da un esercito di persone sotto ipnosi a fini terapeutici (otto milioni) e da una sorprendente percentuale di donne ossessionate dall’idea di portarsi a letto un arbitro. Non serve avere un gran fiuto per rendersi conto che si tratta di invenzioni. E non era vero il “complotto per uccidere Obama”, né che un padre volesse far bocciare il figlio, né che fosse stata trovata l’agenda di Paolo Borsellino, né la foto di Elizabeth Taylor nuda, né che Papa Francesco uscisse la notte di nascosto dal Vaticano. Eppure queste storie, insieme a tante altrettanto inventate, sono state spacciate per vere da testate che dovrebbero avere la nostra fiducia. Con l’arrivo di internet, i giornalisti di tutto il mondo si sono dovuti abituare al confronto con lettori che possono mettere in dubbio, contestare o addirittura smentire le loro affermazioni. Il mito del web come fucina di leggende metropolitane va ribaltato: oggi la rete testa la veridicità delle notizie, mentre i falsi giornalistici sono quasi sempre il risultato di errori o leggerezze compiuti dai media tradizionali, che hanno ormai rinunciato al ruolo di filtro e alla propria funzione di controllo. Dopo aver smontato per anni false notizie e vere bufale, Luca Sofri le ha raccolte in questo libro che, oltre a rivelarci i piccoli e grandi meccanismi del giornalismo, ci invita a riflettere sullo stato della nostra informazione e a costruirsi una bussola per distinguere il vero dal falso.
AUTORE Luca Sofri giornalista, scrittore e conduttore radiofonico, è direttore e fondatore del giornale online “il Post” (www.ilpost.it) e collabora con diverse testate, tra cui “Internazionale” e “Vanity Fair”. Per Rizzoli ha pubblicato Un grande Paese e Playlist.

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