martedì 23 ottobre 2007

Ida Magli. Uno stato non può fallire. A fallire è la cultura di noi tutti pseudo europei...


DOPO L'OCCIDENTE
di Ida Magli

“Aprirai un conto corrente. È questo l’Undicesimo Comandamento; non avrai altro Dio all’infuori di me... Andrai nella tua banca ogni mattina, che è la tua chiesa, e quei pochi soldini li verserai lì, così che il governo possa controllare se davvero li adoperi soltanto per mangiare.” Ida Magli lancia un caustico grido di allarme contro l’attuale indirizzo politico e il nuovo apparato di governo, denunciando quello che per molti rappresenta un importante passo avanti dell’Italia verso l’acquisizione di una piena dimensione “europea” e che, ci dice la grande antropologa, costituisce invece un’ulteriore tappa verso il definitivo declino della nostra cultura, l’accettazione passiva di falsi valori che, dietro il culto della forma e dei numeri, nasconde l’incapacità di immaginare un vero futuro. Un j’accuse che non risparmia nemmeno il Vaticano, la Chiesa e il suo clero, colpevoli di non saper difendere la storia, l’arte e la tradizione – le ricchezze autentiche delle nazioni – dalla progressiva desertificazione della civiltà e di non saper controbattere efficacemente alla tecnocratica religione del profitto, fondata sul dogma della crescita perenne, che terrorizza agitando l’ingannevole spauracchio del default. Perché nessun popolo “fallisce”, e una cultura è viva finché continua a credere in se stessa e nella propria storia.

L'AUTRICE Ida Magli è antropologa e saggista. Ha collaborato per anni con “Repubblica” e ha insegnato Antropologia all’Università di Roma. Fra i suoi testi principali: Gli uomini della Penitenza, La Madonna, Teresa di Lisieux, Gesù di Nazaret (disponibile in BUR), Contro l’Europa (Bompiani 1997), Omaggio agli Italiani (BUR 2005), Il mulino di Ofelia (BUR 2007). I suoi libri sono tradotti in numerosi Paesi.

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