mercoledì 14 gennaio 2015

ALLE 10,35 DI OGGI, 14 GENNAIO 2015 SI DIMESSO DALLA CARICA DI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO. SONO GIÀ INIZIATE LE INVETTIVE DELLE MEZZEPENNE DI QUEI GIORNALETTI CON CUI SI INCARTA IL PESCE GIÀ ALLE 9,30 DEL MATTINO. QUALCUNO SI È GUADAGNATO LA RIBATTUTA DEL SUO TITOLETTO SULLE AGENZIE, INVENTANDOSI UN MALEODORANTE: "PRESIDENTE DELLA TRATTATIVA". PORTIAMO RISPETTO ALLA SIGNORA CHE HA GENERATO TALE SPROPOSITO PERCHE ATTEMPATA, LONTANA DAL SUO CLIMATERIO, MADRE, E NULLA PIÙ. MA LASCIATI I PETTEGOLEZZI DA SDRAIO DA SPIAGGIA CAPALBIESE, I FATTI SONO QUESTI: GIORGIO NAPOLITANO È UN UOMO DI GRANDE STATURA MORALE, CON IL PRFILO DEL GRANDE STATISTA RICONOSCIUTO IN TUTTO IL MONDO. È L'UOMO CHE HA SVOLTO CON DIGNITÀ IL SUO SETTENNATO NEL PERIODO PIÙ COMPLICATO DAL DOPO GURERRA, HA CONTENUTO CON MISURA GLI ASSALTI CHE SONO STATI PORTATI AL TESTO COSTITUTIVO DELLA NOSTRA REPUBBLICA, EVITANDO DI FARLO DIVENTARE PER OPPORTUNITÀ PERSONALE DI QUALCUNO UN SEMPLICE MANUALE DELLE GIOVANI MARMOTTE. HA ACCETTATO DI PROSEGUIRE PER ALTRI DUE ANNI PER EVITARE CHE QUESTO PAESE SI TROVASSE A DOVER AFFRONTARE ALTRE ELEZIONI POLITICHE CON CONSEGUENTE DEFAULT FINANZIARIO, MODELLO GRECIA E CON UN PARLAMENTO PIENO DI SPROVVEDUTI CHE HANNO CAPITO COME ARRIVARE ALLA BOUVETTE DOPO SEI MESI DI MANDATO. HA EVITATO DI FIRMARE LA LEGGE ELETTORALE CHE AVREBBE TRASFORMATO LA NOSTRA REPUBBLICA IN UN SULTANATO CON SUCCESSIONE DINASTICA. HA MANTENUTO GLI EQUILIBRI CON GLI ALTRI PAESI EUROPEI SPENDENDO IL SUO PRESTIGIO PERSONALE, QUANDO AVEVAMO PERSO CREDIBILITÀ ANCHE PRESSO IL GOVERNO DELLO ZIMBABWE. SE PER LA SIGNORA PALOMBELLI QUESTO È IL PRESIDENTE DELLA TRATTATIVA È MEGLIO CHE CONTINUI CON IL SUO QUALIFICATO ARBITRAGGIO TRA CHECCHE E PATACCHE IL QUEL DI FORUM, IL RESTO LO LASCI AD ALTRI... MASSIMO DE MURO

GIORGIO NAPOLITANO.
La traversata da Botteghe Oscure al Quirinale
di Paolo Franchi
Rizzoli Editore
ebook euro: 9,99
“Probabilmente Giorgio Napolitano non avrebbe gradito affatto, nemmeno nell’aprile del 1944, essere definito ‘un intellettuale di avanguardia’, come ha detto Togliatti e come vuole un lessico marxista-leninista che gli è sempre andato stretto” scrive Paolo Franchi. “Ma è ancora più probabile che, senza la svolta di Togliatti, comunista, o almeno comunista a tempo pieno, non sarebbe diventato mai.” A Napoli, durante la guerra, le sue prime passioni di giovane antifascista sono il cinema, il teatro, la letteratura, la poesia, la musica, vissute, al liceo Umberto e all’università, con molti ragazzi che si faranno strada, da Raffaele La Capria a Giuseppe Patroni Griffi, da Rosellina Balbi ad Antonio Ghirelli. Ma la a via all’antifascismo e al Pci passa anche per la scoperta dell’umanità dolente del ricovero antiaereo scavato davanti alla casa della sua famiglia, sotto Palazzo Serra di Cassano, dove, per sfuggire a bombardamenti feroci, la povera gente dei “bassi” e del Pallonetto Santa Lucia si mescola con i “signori” dei piani alti. È in quel rifugio che Napolitano si scopre per la prima volta in grado di reagire persino agli eventi più drammatici con grande autocontrollo e ragionevole fatalismo. È una virtù innata che praticherà per tutta la vita. Prima nel Pci, dove sin dai suoi primi passi in politica avrà per maestro Giorgio Amendola. Poi in Europa e nelle istituzioni, da presidente della Camera e soprattutto da capo dello Stato.
AUTORE Paolo Franchi (Roma 1949) giornalista, ha lavorato a “Rinascita”, a “Paese sera”, a “Panorama” e al “Corriere della Sera”, dove è stato inviato, capo della redazione romana ed editorialista politico, e dove scrive tuttora. Dal 2006 al 2008 ha diretto il quotidiano “Il Riformista”. Con Emanuele Macaluso, è stato condirettore del mensile “Le Ragioni del Socialismo”.

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